[trial.soc.culture.italian] Aborto

giua@ecse.rpi.edu (Alessandro Giua) (03/30/91)

Mio zio, avvocato civilista, mi raccontava spesso di un famoso
principe del foro che era solito vincere le sue cause piu'
difficili ricorrendo a sottilissimi ragionamenti analogici. 
Il meccanismo e' relativamente semplice: volendo discutere il caso
A, che presenta aspetti controversi, si deve presentare un caso B su cui
tutti sono d'accordo. Introducendo poi un isomorfismo tra A e B si puo'
ragionare che la soluzione di B puo' essere "tradotta" in una
soluzione per A. Insomma, e' un tipico esempio della prova matematica
per "riduzione di un problema ad un problema noto".

Vorrei presentare un tale ragionamento a favore della libera scelta
per l'aborto. Naturalmente non sono sicuro che il mio ragionamento sia
corretto: criticatelo pure!

IPOTESI: Il feto e' una vita umana (altrimenti il caso non sussiste).

CASO DISCUSSO: Deve una donna essere lasciata libera di decidere se
abortire o meno?

CASO NOTO: Ha una persona l'obbligo civile di salvare qualcuno che
sta morendo? Nel terzo mondo vi sono migliaia (milioni?) di persone che
muoiono di fame. Se ogni italiano in grado di farlo ne "adottasse"
una, queste persone verrebbero salvate. E' inutile dire che che ogni
azione di questo tipo resta una goccia in un mare: resta il fatto che
per ogni italiano che spende i soldi per comprarsi una cravatta un 
bambino del Biafra muore. Tuttavia appare evidente che non si puo'
far passare una legge che obbliga gli italiani a versare i propri
risparmi alle nazioni piu' povere ne a farli lavorare come missionari
durante il loro tempo libero.

ISOMORFISMO: Una donna che abortisce non uccide il feto. 
Semplicemente rifiuta di intervenire per salvarlo: non vuole
essere obbligata a spendere tempo, fatica e benessere fisico 
per salvare una vita umana. 

RIASSUNTO: La mia tesi e' che la domanda "Deve una donna essere lasciata 
libera di far morire un feto?" sia analoga alla domanda "Deve una persona
essere lasciata libera di far morire un altro essere quando ha i mezzi per
salvarlo?". Poiche' risposta alla seconda domanda e' chiaramente "Si"
non vedo perche' la stessa risposta non valga per la prima domanda. 

MIO COMMENTO: Vorrei far notare che secondo me non e' giusto abortire, 
come non e' giusto lasciare morire una persona: tuttavia nessuno protesta 
per il secondo tipo di egoismo e, ne sono sicuro, molti di coloro che parlano
contro l'aborto sono colpevoli di questo secondo "delitto". Mi sembra dunque 
che la decisione di abortire sia spesso egoistica e brutale ma certamente 
non peggiore della scelta di vita di tante persone (io sono incluso fra 
queste) che rifiutano di impegnarsi a favore degli altri.

Alessandro

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Alessandro Giua (giua@ecse.rpi.edu) 
Electrical, Computer, & Sys. Eng.
Rensselaer Polytechnic Institute
Troy, NY, USA                  

marino@maui.cs.ucla.edu (Fabio Marino) (03/30/91)

In article <+39f9l#@rpi.edu> giua@ecse.rpi.edu (Alessandro Giua) writes:

>ISOMORFISMO: Una donna che abortisce non uccide il feto. 
>Semplicemente rifiuta di intervenire per salvarlo: non vuole
>essere obbligata a spendere tempo, fatica e benessere fisico 
>per salvare una vita umana. 

Mi spiace, ma il tuo isomorfismo non calza : non basta, infatti, che
una donna si rifiuti di "ospitare" il feto nel suo corpo, per compiere
un aborto, al contrario e' necessario un intervento chirurgico per estrarre di
fatto il feto dall'utero della donna, il che equivale ad una esplicita
azione tendente a causare la morte del feto.

>RIASSUNTO: La mia tesi e' che la domanda "Deve una donna essere lasciata 
>libera di far morire un feto?" sia analoga alla domanda "Deve una persona
>essere lasciata libera di far morire un altro essere quando ha i mezzi per
>salvarlo?". Poiche' risposta alla seconda domanda e' chiaramente "Si"
>non vedo perche' la stessa risposta non valga per la prima domanda. 

La sottilezza di cui ti stai avvalendo e' l'ambiguita' del termine "lasciar
morire", che in un caso usi nel senso di uccidere e nell'altro nel
senso di non far nulla per impedire una morte : in logica queste
azioni non sono per nulla equivalenti e pertanto non costituiscono un
isomorfismo.

marino@maui.cs.ucla.edu (Fabio Marino) (03/30/91)

In article <1991Mar29.195654.27702@cs.ucla.edu> marino@maui.cs.ucla.edu (Fabio Marino) writes:
>In article <+39f9l#@rpi.edu> giua@ecse.rpi.edu (Alessandro Giua) writes:
>
>>ISOMORFISMO: Una donna che abortisce non uccide il feto. 
>>Semplicemente rifiuta di intervenire per salvarlo: non vuole
>>essere obbligata a spendere tempo, fatica e benessere fisico 
>>per salvare una vita umana. 
>
>Mi spiace, ma il tuo isomorfismo non calza : non basta, infatti, che
>una donna si rifiuti di "ospitare" il feto nel suo corpo, per compiere
>un aborto, al contrario e' necessario un intervento chirurgico per estrarre di
>fatto il feto dall'utero della donna, il che equivale ad una esplicita
>azione tendente a causare la morte del feto.
>
>>RIASSUNTO: La mia tesi e' che la domanda "Deve una donna essere lasciata 
>>libera di far morire un feto?" sia analoga alla domanda "Deve una persona
>>essere lasciata libera di far morire un altro essere quando ha i mezzi per
>>salvarlo?". Poiche' risposta alla seconda domanda e' chiaramente "Si"
>>non vedo perche' la stessa risposta non valga per la prima domanda. 
>
>La sottilezza di cui ti stai avvalendo e' l'ambiguita' del termine "lasciar
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intendevo dire sottigliezza (dovrei rileggere gli articoli prima di
mandarli)


>morire", che in un caso usi nel senso di uccidere e nell'altro nel
>senso di non far nulla per impedire una morte : in logica queste
>azioni non sono per nulla equivalenti e pertanto non costituiscono un
>isomorfismo.
>
>
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