[trial.soc.culture.italian] Mondi paralleli

bruno@bullet.ecf.toronto.edu (Bruno DiStefano) (05/28/91)

In article <65khk3k@rpi.edu> giua@ecse.rpi.edu (Alessandro Giua) writes:
>In article <GAUDIANO.91May27164711@copley.bu.edu> gaudiano@copley.bu.edu (Paolo Gaudiano) writes:
>> ..........            .................                .............
>>perche` mi ha fatto rendere conto di quanto lo stile di vita (inclusa
>>l'istruzione) sia diverso fra il nord e il sud.
>
>
>Credo tuttavia che il problema evidenziato non sia l'esistenza di
>un Sud ignorante e arretrato in un'Italia orientata verso il 2000,
>quanto l'esistenza di una classe di emarginati, che appartiene
>al Nord e al Sud ugualmente.
> ............             ........               ...........
>Se non mi venisse ripetuto da piu' parti che esistono estrema poverta'
>ed ignoranza, mi sarebbe facile negarne l'esistenza.
>
Centro!

Non credo di essere particolarmente qualificato a parlare di questioni di
questo genere data la mia lunga assenza dall'Italia. Pero`, penso di poter
fare un paio di considerazioni e di poter citare un paio di fatti che
mi portano a concordare con Alessandro.

Roma, quartiere EUR, liceo classico Vivona, maturati del 1970 (nati nel
1950-1951): entro il 1977 oltre il 90% aveva la laurea; gli altri erano
"studenti fuoricorso". Nello stesso anno una statistica diceva che il 20%
dei giovani presentatisi alla visita e selezione di leva erano "analfabeti
funzionali", cioe` erano stati a scuola e per la maggior parte avevano
completato la scuola dell'obbligo, ma erano incapaci di leggere e scrivere!

A soli 5 km. dal mio liceo c'era una scuola media in cui solo meta`
degli studenti nati nel 1950 aveva completato le scuole medie, ragazzi e
ragazze che, mentre io era al liceo, avevano fatto consegne a domicilio di
pane e pasta, avevano servito caffe` e gelati nei bar, venduto noccioline
e gelati nei cinema, quegli stessi cinema in cui io, studente liceale,
avevo comprato forse il gelato da loro. A circa 300 metri da questa scuola
c'era un caseggiato "molto poco attraente" dove la polizia ogni tanto faceva 
un raid. Quando non trovava nulla di grosso arrestava un po` di gente (genitori)per contrabando di sigarette o ricettazione. Una volta, a meta` degli anni
60, in un bar prossimo a quelle case ci fu una battaglia a suon di raffiche 
di mitra e lancio di bombe a mano. 

Due mondi paralleli a distanza di 5 km. Due mondi paralleli, ma non comunicanti,
in generale. Ritengo di essere stato molto fortunato per averli frequentati 
entrambi, grazie ad una strana allocazione delle scuole di zona operata dal
comune di Roma. Dico che ritengo di essere stato fortunato, perche` non ho 
problemi a concepire poverta` ed ignoranza. Il ragazzino napoletano con
lo zio d'America non e` diverso da gente in carne ed ossa che viveva nelle
capanne romane a poca distanza dal mio palazzo, palazzo in cui tutti i ragazzi
e ragazze a 13 anni pensavano gia` a quale facolta` universitaria si sarebbero
iscritti 6 anni piu` tardi. (Nota: allora bisognava pensarci presto, perche`
a seconda della scuola media superiore che si sceglieva si poteva o non
si poteva accedere all'universita`. Solo con il liceo classico si poteva
accedere a tutte le facolta`. Fino al 1961 la prima scelta si faceva ad 11 anni)

Posso aggiungere che queste disparita` non esistono solo in Italia. 
Qui a Toronto ci sono 4 high schools in cui oltre il 90% degli studenti
consegue poi una laurea. Ci sono altre high schools in cui meno del 5% degli
studenti consegue una laurea o un diploma.

In un recente servizio RAI parlavano di un quartiere dormitorio alle porte di
Milano, dove piu` del 50% dei ragazzi non completa mai la scuola media.

"Lei/lui speriamo se la cava, in cielo in terra in ogni luogo..."

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Bruno Di Stefano
bruno@bullet.ecf.toronto.edu